VALVERDE – Dopo decenni di oblio, dimenticato da tutti e reso invisibile agli occhi degli stessi abitanti, molti dei quali ne ignoravano l’esistenza, è tornato al suo antico splendore e a funzionare il restaurato Orologio solare ottocentesco a ore italiche di corso Vittorio Emanuele III di Valverde.
L’intervento di recupero e valorizzazione culturale del quadrante – datato 1854 – è stato proposto dall’associazione “Stelle e Ambiente” di Catania, col supporto scientifico dell’esperto gnomonista Michele Trobia, che ha progettato il nuovo orologio solare posto al disotto di quello antico, ma più completo perché corredato dalla retta equinoziale e dalle curve solstiziali, nonché da quattro tabelle esplicative apposte lateralmente che, pure esso, è entrato in funzione.
L’intervento di restauro conservativo è stato realizzato da una ditta di Aci Sant’Antonio, la stessa che portò a compimento il complesso e delicato restauro dell’orologio solare ottocentesco ideato dal sacerdote-scienziato Salvatore Franco di Biancavilla e apposto sulla parete di un edificio che si affaccia nella corte dell’Arcivescovado di Catania.
A svelare al pubblico l’orologio ottocentesco restaurato e quello moderno di Trobia sono stati il sindaco Angelo Spina e l’assessora Maria Carmela Gammino, che ha svolto un ruolo determinante nella complessa operazione che ha consentito il ripristino di questo autentico “gioiello” della Gnomonica ottocentesca.
Erano presenti il presidente di “Stelle e Ambiente”, Giuseppe Sperlinga, lo stesso Michele Trobia, i consiglieri di “Stelle e Ambiente” Giovanna Cavallaro e Salvatore Silviani e il valverdese Michele Torrisi che qualche anno fa segnalò a Sperlinga l’esistenza dell’antico quadrante.
“Adesso è auspicabile – dichiara Giuseppe Sperlinga – che i due orologi solari a ore italiche diano l’input alla realizzazione di altri quadranti e meridiane solari affinché Valverde presto diventi il “paese delle Meridiane”, come Aiello del Friuli, dove accorrono ogni anno migliaia e migliaia di persone per ammirare questi capolavori della Gnomonica”.
I Quadranti solari, comunemente chiamati “Orologi solari” sono strumenti che dai tempi più antichi fino alla metà del XIX secolo hanno consentito all’uomo di scandire il tempo per regolare le attività della propria vita quotidiana.
Anche se, intorno al XV–XVI secolo, cominciarono ad affermarsi i primi orologi meccanici da torre e campanili, l’uomo ebbe sempre bisogno di regolare i meccanismi degli ingranaggi con un orologio solare. I Quadranti solari sono dei reperti storici di altissimo valore storico-didattico che narrano la storia della evoluzione del tempo, che è pure la storia dell’evoluzione del pensiero umano. Agli inizi, il tempo veniva suddiviso in modalità diverse. I primi quadranti furono quelli a “ore canoniche”, i quali sorgevano nei conventi, a uso dei monaci per regolare la loro vita secondo la regola benedettina “Ora et Labora”. Successivamente, un sistema di suddivisione del tempo fu quello a “Ore italiche”, così chiamato perché si propagò principalmente in Italia.
I quadranti solari sono raccolti e catalogati in Italia dalla Sezione “Gnomonica Italiana” dell’Unione Astrofili Italiani (U.A.I), che è in collegamento con le Sezioni della Gnomonica di 67 Paesi del mondo. Esiste un catalogo nazionale dove, dopo un censimento che continuamente aggiornandosi, sono inseriti tutti gli orologi solari d’Italia. In Sicilia, sono stati censiti 73 Comuni per un totale di 196 Orologi solari. Nel Catanese, sono stati censiti i Comuni di Catania, Acicatena, Acireale, Gravina di Catania, Mineo, Pedara, Trecastagni. Con il restauro dell’Orologio solare di Corso Vittorio Emanuele III, che risale al 1854, si potrebbe aggiungere pure il Comune di Valverde.
Spiegare alla gente, soprattutto alle scolaresche, come funziona un Quadrante solare con il movimento apparente del Sole attorno alla Terra significa spiegare come funziona l’universo che ci circonda. L’orologio solare contiene tutti gli elementi di base della Meccanica celeste e, soprattutto, del movimento del Sole nel segnare l’ora e i vari periodi e stagioni dell’anno.
Le ore italiche segnavano, sino ai primi del XIX secolo, le ore del giorno a partire dal tramonto del Sole. Ciò significa che l’inizio della giornata era coincidente con il tramonto del Sole, perché a quei tempi al tramonto del Sole l’attività e la vita dell’uomo terminava per ricominciare al sorgere del Sole del giorno dopo. A differenza della suddivisione delle ore moderne, che è a partire dalla mezzanotte, le ore italiche erano differenti di 6 ore con le ore moderne. Per esempio, le ore XXIV del quadrante italico corrispondono alle ore 18 del nostro orologio moderno, le ore XXIII alle 17, le ore XXII alle 16 e così via fino ad arrivare alle ore XII che corrispondono alle ore 6, l’ora in cui ricominciava la giornata.
Tutte le Istituzioni che hanno restaurato questi antichi orologi solari a ore italiche hanno inteso recuperare e restituire alla comunità uno strumento da leggere, capire e tornare indietro nel tempo per comprendere come si è arrivati a scandire il tempo oggi.
CARMELO DI MAURO