SAN GIOVANNI LA PUNTA – Crederci sempre, arrendersi mai. Lo sanno bene Elio, Giovanni e Matilde, i protagonisti del romanzo “Un sogno e tre valigie” della scrittrice Caterina Cicardello, scritto con la collaborazione del commediografo e regista teatrale puntese Michele Russo. Crederci sempre, arrendersi mai. È voglia di farcela quella di tre giovani attori catanesi che prendono corpo nella scrittura di una donna sensibile come Caterina Cicardello che si serve di loro per narrare il mondo dolce ed amaro del teatro, partendo dalle sue radici più profonde fatte di tante belle promesse, sogni, elogi e immancabili delusioni.
A darle lo spunto, Michele Russo, che il teatro lo fa da sempre, regalandole la traccia di un romanzo che avrebbe voluto scrivere, ma che poi ha lasciato dentro un cassetto, dedicandosi ad altro. Caterina ha fatto appena in tempo a completarne la stesura perché Qualcuno l’ha voluta lassù. La pubblicazione è quindi arrivata dopo, per volontà della famiglia e dell’amico Michele.
Nelle valigie dei tre protagonisti, di cartone rinforzato negli spigoli, di colore cuoio e con una doppia passata di spago al centro (a modo di chiusura di sicurezza) in stile novecento, Caterina Cicardello ha inteso collocare all’interno dei preziosi messaggi quali etica, coraggio, tenacia, un pizzico di incosciente follia e naturalmente una grande passione per il teatro in tutte le sue svariate forme.
Diventare un attore, o un’attrice, è un sogno che molti custodiscono nel proprio cassetto. Chi decide di intraprendere questo percorso sa bene che si tratta di una strada lunga ed impegnativa: il talento è importante, ma non è tutto. Determinazione, passione e dedizione sono infatti elementi imprescindibili per raggiungere la meta. Ma soprattutto il convincimento che bisogna crederci sempre e non arrendersi alle prime difficoltà.
Il romanzo scorre piacevolmente trascinando il lettore dentro le personalità dei protagonisti, dentro le loro paure, le loro ansie, i loro pensieri… Il libro è davvero ben articolato nel suo procedere narrativo e sarà difficile per il lettore non appassionarsi a questo testo. Chi oggi è attore consumato non può che rispecchiarsi nei protagonisti; è uno sprono per chi inizia la carriera.
Lo stile di scrittura semplice e accessibile a tutti riesce a rendere al meglio alcune atmosfere che si vivono con la trama. Le fasi descrittive, per nulla trascurate, invece danno quel tocco in più che non guasta ad un romanzo.
Caterina Cicardello nasce a Catania nel 1946. Il padre era un imprenditore di successo che rimanendo vittima della sua bontà e generosità porterà tutta la famiglia alla miseria già esistente del dopoguerra. All’età di 16 anni Caterina farà la prima scelta per la sua vita: abbandona gli studi per lavorare nell’unica fabbrica che costruiva elementi elettronici per transistor. Ne diventa membro del sindacato e con le sue campagne fa parte delle 350 operaie che nel 1965 occuperanno la fabbrica per salvare i posti di lavoro e la stessa fabbrica che si voleva chiudere. Completerà gli studi frequentando le scuole serali.
Poi, nel 1971 si sposa e nel 1977 lascia la fabbrica per collaborare nell’attività del marito. Nascono due figli che le daranno tre nipoti. In età adulta, finiti gli impegni di lavoro e di famiglia, si dedica alla sua passione di sempre, il teatro, collaborando con diverse compagnie teatrali. In seguito, si sperimenta nella regia creando una compagnia teatrale amatoriale di sole donne per fare… Commedia dell’arte, un genere teatrale molto particolare che si sviluppò in Italia nel XVI Secolo.
Nel 2021 pubblica “Il coraggio della dignità… mentre scorre un secolo”, un racconto autobiografico che riscuote grande successo grazie anche alla trasposizione teatrale, operazione effettuata dalla stessa autrice, con la denominazione “Voci di donne”.
L’autrice ha saputo raccontare la storia della famiglia sin dai primi anni del secolo scorso con tanti dettagli che incuriosiscono e attraggono ma, più spesso, commuovono grazie anche all’inserimento di dialoghi in lingua sicula che contestualizzano la narrazione.
Michele Russo, puntese doc, regista teatrale e direttore artistico dell’associazione “Sotto il Tocco”, sin da ragazzo ha una spiccata predisposizione per il teatro. Comincia negli anni ‘70 a radunare artisti ancora in erba per mettere in scena diverse commedie in uno dei teatri del suo paese.
Considerato che il primo lavoro ufficiale messo in scena si intitola “U mastru di li mastri” di Giuseppe Romualdi, al gruppo dà il nome di “Compagnia Artistica Giuseppe Romualdi”. Ma agli inizi degli anni ’80 la “Romualdi” chiude per motivi tecnici, e nasce una nuova compagnia con l’etichetta “Spazio nuovo”. Per diversi anni porta in scena in tutta la Sicilia il lavoro di Giuseppe Fava “Ultima Violenza”.
Poi nel 1986 il gruppo cambia ancora nome: si chiama “Teatro Studio 86” e qualche anno dopo solo “Teatro Studio”, con un cast di attori professionisti, diventati famosi, come Romano Bernardi, Alessandra Cacialli, Debora Bernardi, Ugo Francicanava, Francesco Di Vincenzo, Daniela Spampinato…
Dopo un periodo di stasi, nel 2004 ricostituisce il gruppo denominandolo “Sotto il tocco”, portando in scena lavori poco conosciuti e poco rappresentati in Sicilia coinvolgendo soprattutto i giovani e quindi immettendo nuova linfa al teatro. Insomma, basta crederci sempre, arrendersi mai.
Carmelo Di Mauro