CATANIA – Una voce grida pace nel deserto ed è quella di Papa Bergoglio. Un messaggio carico di complessità e preoccupazione. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha rimesso in moto le lancette della Storia e ricacciato il pianeta in una spirale di terrore. Si torna a parlare, infatti, di armi nucleari e di nuovi piani di riarmo.
«È la terza guerra mondiale», dice Francesco. Un’analisi spesso banalizzata dai media e dalle parti in causa. Le iniziative del pontefice vanno però lette tenendo assieme più livelli (politica, diplomazia, religione e spiritualità).
Una visuale altra che suscita più di un interrogativo. Con il saggio “Il dramma di Caino e Abele. Papa Francesco e la guerra tra russi e ucraini” (Algra editore), il giornalista Fernando Massimo Adonia spiega perché il pontefice ha deciso di non schierarsi con nessuno dei contendenti in campo, eccetto gli innocenti e le popolazioni martorizzate, e di tenere aperto qualsiasi canale di dialogo affinché le ostilità possano cessare quanto prima.
Dietro ci sono motivazioni importanti, tutte coincidenti. Le parole di Bergoglio: «Mentre si assiste a un macabro regresso di umanità, mi chiedo, insieme a tante persone angosciate, se ci sia la volontà di evitare una continua escalation militare e verbale; se si stia facendo tutto il possibile perché le armi tacciano».