Oltre ogni più rosea previsione l’affluenza di turisti e visitatori alla giornata conclusiva della 32’ Sagra del pistacchio di Bronte. E la sera la grande torta al pistacchio realizzata dalla Caffetteria Luca, premiata per questo dal sindaco Pino Firrarello con una targa, con la collaborazione dell’associazione Conpait, del Consorzio di tutela, della Cooperativa Smeraldo, di Fruit Service, de Lo Smeraldo dell’Etna, di Terre verdi e degli istituti Ipsseoa Falcone di Maniace ed Enrico medi di Randazzo. dell’Associazione Conpait.
Ed alla festa numerosi ospiti ed autorità. Fra questi il vice presidente della Regione, Luca Sammartino, l’assessore regionale Andrea Messina e l’on. Giuseppe Castiglione che a Bronte “gioca in casa”. Con loro la Giunta municipale e numerosi consiglieri comunali. E simbolicamente tutti, insieme con il sindaco Pino Firrarello, hanno effettuato il primo taglio della torta.
“Noi crediamo e scommettiamo in questa festa – ha affermato il sindaco – che non ha solo valicato i confini europei, ma ha raggiunto la Cina, gli Stati Uniti ed adesso pure il Giappone che ci ha invitato ad organizzare una sagra del pistacchio a Tokyo”.
“Questa Sagra – ha aggiunto l’assessore Messina – fa giustamente parte del patrimonio siciliano che valorizza un prodotto di eccellenza della nostra terra”.
“Due – ha affermato l’on. Castiglione – le grandi intuizioni che ha avuto Governo regionale: la dop del pistacchio e la valorizzazione del vino dell’Etna. Su questi due prodotti è stata costruita una grande economia di zona. Nel mondo Bronte è appena il 2% della produzione mondiale di pistacchio, ma anche grazie alla dop continuiamo a distinguerlo dagli altri pistacchi per la sua bontà”.
“Questa non è una semplice sagra. – ha concluso il vice presidente Sammartino – Il pistacchio di Bronte con le sue qualità trova mercato non solo in tutta Italia, ma anche oltre agli stati membri della Comunità europea e del mondo. Per questo è una risorsa che va salvaguardata dalle importazioni di prodotti esteri per tutelare produttori e trasformatori. A loro devono essere rivolte le misure del Governo regionale, pensando che nel 2025 la Sicilia sarà regione europea della gastronomia”.