CATANIA – “Che si tratti di un grande terremoto o di un evento sismico meno grave, non c’è differenza tra un cittadino che ha perso una casa, frutto di sacrifici di una vita, e un altro: un terremotato è sempre un terremotato. L’auspicio è quello di adottare una normativa nazionale, che elimini storture procedurali che generano interventi di ricostruzione a doppia velocità”. Così, ha esordito la senatrice Tiziana Drago, FdI, nella presentazione del webinar da lei organizzato per fare il punto sui tempi e sulle modalità di ricostruzione, a seguito del sisma di Santo Stefano del 26 dicembre 2018, che ha colpito 9 comuni etnei: Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea. “C’è la necessità e la responsabilità – ha sottolineato –di restituire a centinaia di famiglie una “normalità” dimenticata, nel più breve tempo possibile”.
“Tre anni per chi la vive dall’interno è un tempo lunghissimo ma le risposte da parte dei comuni non sono mancate”, ha detto il sindaco di Acireale, Stefano Alì, testimoniando l’impegno delle amministrazioni e le tante difficoltà, in ordine alla mancanza di personale e spesso di risorse.
Il tema centrale dell’incontro è ruotato attorno alla necessità di una maggiore omogeneità sia dal punto di vista normativo che da quello delle procedure tecnico-amministrative. “Gli ultimi sismi che hanno ferito l’Italia – ha sostenuto il capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile Fabrizio Curcio intervenuto in diretta – hanno mostrato le difficoltà nell’allineare le norme, nell’individuare i limiti e i tipi di ricostruzione. I tavoli di concertazione che si sono avvicendati hanno avuto il merito di mostrare alla politica le difformità normative tra le regioni e la necessità di introdurre un nuovo modello, basato su un principio di equità e di miglioramento sismico. Abbiamo una proposta che presenteremo a breve con il capo Dipartimento di Casa Italia, Elisa Grande”. Dello stesso tenore l’intervento del capo del Dipartimento regionale della Protezione Civile, Salvatore Cocina.
“E’ fondamentale la sinergia tra la sfera politica e quella tecnica – ha proseguito Curcio – e mi sento di ringraziare la senatrice Drago, oltre che per l’invito, anche per l’impegno che ha dimostrato sul campo”.
“Tra gli emendamenti presentati all’ultima Legge di Bilancio – ha informato la senatrice –ve n’è uno, che non è stato votato favorevolmente, nonostante il parere positivo del Mef e di Casa Italia, che m’impegnerò a depositare di nuovo al primo provvedimento utile, sia alla Camera, attraverso i colleghi di FdI, che al Senato”.
Emendamento che darebbe completezza a quanto approvato alla Camera nell’ambito delle PNRR, poiché assegnerebbe poteri al commissario per velocizzare le procedure ed estendere la normativa adottata per la ricostruzione post sisma del Centro Italia.
“Quanto avvenuto nelle Marche, dopo il sisma del 2016 è un esempio di efficienza”. A sostenerlo, lo stesso assessore regionale alla ricostruzione, Guido Castelli. “Occorre lavorare non prescindendo da un fatto certo, cioè l’alta sismicità di gran parte del territorio italiano che ripropone ciclicamente gli eventi, cui bisogna far fronte”.
Sono passati più di tre anni dal terremoto di Santo Stefano durante i quali, se da un lato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, ha sottolineato quanto abbiano potuto incidere i quasi due anni di pandemia tra lockdown, semi chiusure e quarantene, dall’altro il commissario straordinario per la ricostruzione, l’ex procuratore Salvatore Scalia, ha snocciolato dati che lasciano trapelare come la macchina si stia muovendo nella giusta direzione.
“Resta fondamentale – ha aggiunto Scalia –anche l’aiuto dei privati e dei tecnici nella tempestiva e corretta trasmissione delle istanze”.
“Quello che manca, a nostro avviso – ha commentato il geologo Carlo Cassaniti – è il collegamento tra la ricostruzione e la programmazione”.
Che una buona ricostruzione passi per una buona progettazione, con lo spirito di costruire meglio sotto il profilo sia della sicurezza che dell’impatto ambientale, lo ha sottolineato anche il capo dipartimento Curcio.
“Fondamentale affrontare nella maniera corretta in emergenza alcuni aspetti che poi tornano utili nella fase di ricostruzione”, ricordando l’accordo chiuso con i presidenti delle quattro Regioni del centro Italia colpite dal sisma del 2016 e il Commissario Legnini sul tema del contributo di autonoma sistemazione. Il cosiddetto CAS, che il commissario Scalia che definito “perverso” perché “ci sono soggetti che percepiscono da anni il contributo, senza aver mai presentato alcun progetto di ricostruzione”, mentre per la senatrice Drago bisognerebbe che tutti i comuni erogassero i contributi con costanza.
“La misura varata sulla proroga dello stato di emergenza non è applicata nella sua pienezza – ha aggiunto – molti istituti bancari omettono di applicare il blocco dei mutui.” E “se da un lato è stato prolungato lo stato di emergenza– ha chiosato infine il procuratore Scalia – dall’altro il Governo non ha stanziato ancora un solo euro”.